Mafalda Minnozzi – SENSORIAL-PORTRAITS IN BOSSA & JAZZ-DELUXE SPECIAL EDITION

Due chiacchiere, anche loro sensoriali, su una splendida voce, musicisti di primo livello e cura artigianale nel produrre un risultato di valore e qualità

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Nel tentativo di raccontare un album ogni volta per quel che è e non in modo seriale, come uno scrittore di recensione potrebbe finire col fare, una strada percorribile è assecondare l’intenzione del progetto stesso, le visioni a cui punta, l’invito che contiene.

Proviamo così, allora, visto che il lavoro è già dal nome “sensoriale” e cerca di spostare un pochino il classico progetto di cover mischiando qualche carta.

Parlare di Sensorial significa parlare non solo della “nostra” Mafalda Minnozzi, che oltre ad essere un’artista notevole di cui potete leggere ovunque il curriculum è una persona bella e appassionata; musicalmente l’album è diretto da Paul Ricci, da anni assieme artisticamente a Mafalda e chitarrista di gran classe ma anche musicista in senso pieno, che il vostro recensore preferito ha conosciuto in un festival molto bello scoprendo la sua personalità profonda e sorridente.

L’unione di queste due anime sonore, la cui alchimia diviene indispensabile per capire la riuscita dell’album, trova in questo lavoro un’evoluzione che per certi versi era necessaria, poiché le riproposizioni di grandi o piccoli standard hanno il problema intrinseco di non poter durare a lungo senza elementi nuovi. Non che qui la tracklist contenga all’ascolto la rimessa in discussione delle strutture di questi brani, ma c’è un intervento preciso in organizzazione musicale e canto che porta l’album ad avere una bella, elegante, articolata uniformità d’insieme, rendendo l’esperienza di ascolto molto piacevole e quindi a suo modo unica, identificabile e quindi distinguibile da un “standards in bossa volume centomila” di cui, peraltro da anni, si può serenamente fare a meno.

Invece qui Ricci fa un lavoro concreto e tangibile di sistemazione del suono e degli equilibri, col risultato di una pulizia non leccata ma calda, razionale ma efficace anche sul piano emozionale, arredando di fatto l’ambiente nel modo migliore perché Mafalda possa abitarlo, perfettamente in linea con lo stile della casa, con grazia, sfiorando dove occorre e graffiando qui e lì ma in piccoli attimi, meno che in lavori passati, coerentemente con una scelta di contenuti e forme che, in questo episodio del duo, vede entrambi capaci con solida maturità di occupare gli spazi con discrezione, lasciando ai musicisti ed alle atmosfere ruoli non secondari nella costruzione complessiva e avendo cura di esserci, anche protagonisti, solo quando e come occorre.

Sì, lo so, l’album contiene un elenco di brani, è suonato da un elenco di musicisti e via così, lo so. È andata così, però; questa è una recensione sensoriale, s’era detto, sicché facciamo che gli elenchi sono facilmente reperibili a un clic da qui, li avete ovunque. Meglio ancora: partite dalla fonte. Quanto a chi ha suonato in questo album però i nomi vanno pur fatti, perché il vostro recensore del vostro webzine (o come volete chiamarlo) vorrebbe metterla giù un po’ fuori standard ma finirebbe col tralasciare qualche dettaglio parecchio utile a inquadrare la caratura tecnica e qualitativa in generale: Art Hirahara (Pianoforte), Harvie “S” Swartz (Contrabbasso), Essiet Okon Essiet (Contrabbasso), Victor Jones (Batteria), Rogerio Boccato (Percussioni), Will Calhoun (Percussioni). Insomma, capite bene dal livello dell’elenco che non soltanto abbiamo una deviazione significativa da un percorso che Mafalda e Paul fanno spesso in duo, ma che siamo in fascia alta, molto alta anche solo a voler parlare di esecutori, che poi quando si sale da queste parti non son più esecutori ma parte del valore complessivo in ascolto ed emozioni.

Il gusto qui, tornando sensoriali, è raccontarvi che con questo progetto potete godervi un’atmosfera cercata, oltre che ricercata, e un viaggio oltreoceano non identico ai soliti che saprà regalarvi qualcosa di più e di diverso da un riascoltare, che saprà divertire i tecnici per le abilità esecutive, ma anche quelli che, meno smaliziati o anche solo impegnati talvolta a far altro con la musica ad accompagnarli, troveranno qui un piacevolissimo background sonoro, costruito senza attriti non perché superficiale ma per le abilità di aggiungere e sottrarre che i musicisti di valore sanno avere.

Brava, Mafalda! Bravo, Paul!