Alcunelacune: esce oggi “Coolage N.1”
Decisamente difficile da etichettare in una sola direzione questo disco che vede la luce proprio oggi. Si intitola “Coolage N.1” il lavoro a firma di Alcunelacune, al secolo Andrea Ricci che condivide la paternità della scrittura con Manfredi Perrone. Cosa sia un coolage è presto detto facendo affidamento anche ad assonanze più comuni. Che sia un meltin pot di intenzioni, di arti, di espressioni… in questo caso di suoni e di forme diverse da dare alle canzoni (sperando di aver bene interpretato).
Alcunelacune parte dal silenzio e dai vuoi che troviamo dentro questo maledetto tempo che stiamo vivendo e da questo riparte, rinasce e ne fa arte. E la direzione che segue davvero sembra non avere una ratio definita, nessun tempo storico e nessuna geografia precisa. Se il disco si apre con “Watch out”, cantata in un inglese che non sembra convincere molto nella pronuncia, dentro cui si dipana una ballata dai forti retrogusti anni ’50 (andando anche a cercare i suoni e il dizionario di chitarra in quella direzione), poi a seguire il disco vira immediatamente dentro “Il suono che fa”, un pop digitale di oggi che in qualche modo sembra richiamare Silvestri nelle metriche, Antonacci nel modo che ha la timbrica vocale di disegnare le melodie basse e infine quell’Italia anni ’80 soprattutto nei rinforzi corali. La bella “Gioco di prestigio” accompagnata anche da un video in animazione davvero interessante, non fa che pennellare l’aria popolare italiana che tanto è cara ad un certo cantautorato anche moderno.
E che dire della successiva “Ride on”? Ennesimo cambio di rotta quasi repentino, dentro un rockabilly appena accennato con i fiati che la fanno da padrone ma con un inglese che torna e che raramente riesce a piacermi dentro la pronuncia che si sente arrivare dall’italiano. E i suoi rinforzi, il mix di voce, il bellissimo disegno melodico dell’inciso ci teletrasportano in un’America funk anni ’90 e non c’è via di scampo: il gusto è appagato senza se e senza ma. E a seguire? Impossibile prevedere un brano come “Rosso di sera”, con questa bossa che appena si accenna, con i Caraibi che appena si intravedono all’orizzonte… con questo modo di fare alla Buscaglione, con questa voce un poco “alcolizzata” che mostra sofferenza nelle chiuse di voce (bellissime). Aria circense, fiati e scanzonata ballate di festa rionale dentro “Lucky Lover” dove torna l’America… e quasi a guisa di summa del tutto, la chiusa del disco è “Coltivare” dentro cui la “psichedelia” dei cambi di direzione e di mondi si può toccare con mano dentro un brano che dalle riflessioni sospese diviene quasi indie per non dire altro che non vogliamo anticiparvi. Certo: descrivere questo disco nel dettaglio è un po’ come rovinare le sorprese e le attese dentro chiavi di lettura che in fondo ognuno potrà fare sue. “Coolage N.1” va scoperto, esperienza quasi fisica oltre che sonora. Un disco che ha tanto da dare e da dire, che forse pecca dentro la forza delle melodie che ancora stentano a trovare il quid di forza e di unicità. Ecco: se c’è qualcosa che mi viene da criticare è proprio l’identità. Questa grande distesa di citazionismi di generi diversi forse fa si che il carattere personale venga meno. Non so: ho questa sensazione lungo l’ascolto del nuovo disco di Alcunelacune.