Pornophonique – 8-bit Lagerfeuer, recensione.
I Pornophonique presentano diversi motivi di interesse: innanzitutto sono originali, sono bravissimi e rilasciano i propri lavori con licenza CC, ovvero liberamente scaricabili.
Chi volesse retribuire in qualche modo il loro lavoro, può comunque andare sul loro sito e comprare il CD, o uno qualsiasi tra i moltissimi gadget presenti, dai fumetti, agli adesivi, alle magliette, alle felpe.
Il progetto dei Pornophonique è basato su un mix di ottimi testi e musiche strepitose, realizzate utilizzando solo una chitarra acustica, una chitarra elettrica, un Gameboy e un Commodore C64.
Con questi strumentazione i Pornophonique costruiscono brani di altissimo livello qualitativo e artistico.
Di progetti musicali Lo-Fi e Low-Tech basati sull’utilizzo di strumenti a 8 bit ce ne sono molti, specialmente nel nord Europa. Tuttavia, pochissimi riescono a offrire un prodotto realmente piacevole e maturo, completo sotto ogni aspetto. Inoltre, praticamente nessuno esce dall’ambito delle produzioni meramente strumentali, rimanendo in larga parte espressioni artistiche di nicchia, rivolti a irriducibili Geek o agli amanti della musica elettronica.
I Pornophonique invece si cimentano nel tentativo di coniugare pop-rock e micromusic, aprendosi a un pubblico molto ampio con un prodotto musicale originale, maturo e rifinito.
8-bit lagerfeuer è un album del 2007, composto da 8 pezzi.
I Pornophonique sono un duo tedesco, ma 8-bit lagerfeuer è cantato in inglese, cosa che rende possibile apprezzare a molti la cura posta non solo nelle musiche, ma anche nei testi.
“Sad Robot” è il brano che apre l’album. Ricco, articolato, propone un suggestivo mix di stili, dalla micromusic all’electro-indie, al pop al rock, con qualche reminescenza di american folk. il testo parla allusivamente del tempo che passa attraverso gli occhi di un robot triste, una volta potente e lucente ed ora abbandonato e coperto di polvere. Si tratta di un brano decisamente suggestivo, che dichiara tutte le potenzialità dell’album.
“Take me to the Bonus Level because I need an Extralife” è il secondo brano dell’album. Musicalmente meno articolato, senza essere semplice, è piacevolmente teso e affilato, decisamente più elettronico. Propone un testo più allusivo, sicuramente meno immediato ma anche di lettura più complessa.
“Lemmings in love” è una canzone che presenta un testo bellissimo, cantato a due voci, una musica splendida e ricrea un’atmosfera tesa, morbida e vagamente inquietante allo stesso tempo. Un piccolo capolavoro.
“Space Invaders” è un brano ritmato, che incorpora alcune allusioni dance, senza però esagerazioni. Affronta il tema dello straniamento del singolo, senza banalizzazioni ma anche senza alcuna pretesa di articolazione del messaggio. E’ un brano che può essere ascoltato così come ballato, basta alzare il volume.
“I want to be a Machine” è un pezzo vagamente angosciante, semplice nel testo ma complesso nell’architettura musicale, cupa e acida, ondivaga, che lo porta a non aprirsi mai, pur senza essere ricorsivo.
“1/2 Player Game” è un brano semplice, sia per testi che musicalmente, che strizza l’occhio al pop anni ’80. Parla d’amore e di solitudine, ma pur non avendo un testo brutto in assoluto rimane un passo indietro rispetto alla qualità complessiva dell’album.
Lo segue “Game Over”, altra canzone che parla d’amore o, meglio, di un amore finito e della rabbia derivante dall’abbandono. Brano non geniale, ma comunque ben costruito, si pone un gradino sopra al precedente ma un filo sotto gli altri.
Chiude l’album “Rock’n’Roll Hall of Fame”, un brano che è una dichiarazione di intenti. Prima o poi, quasi tutti i gruppi sentono il bisogno di cantare a modo loro la fatica della vita di artista, l’amore per la musica e la determinazione a raggiungere il successo. I Pornophonique lo fanno con “Rock’n’Roll Hall of Fame”, che a un testo senza allusioni accoppia una musica dalle chiare reminescenze rock anni ’80.
In definitiva, 8-bit Lagerfeuer è un album completo, originalissimo e molto vario per sonorità e temi. Delle otto canzoni che lo compongono, le ultime tre sono semplicemente buone, ma le prime cinque sono assolutamente strepitose. Pochi album riescono a raggiungere risultati paragonabili, risultato ancor più apprezzabile considerando i mezzi impiegati.
Un grande album, da consigliare assolutamente.
Giulio Focardi