Il sepolcro di Eddie. Antonio Biggio
A distanza di poco più di una anno torna Antonio Biggio con il sequel di Eddie deve morire, e con lui tornano l’ispettore Briggs, gli Iron maiden e Padre Archibald, per dare continuità agli interrogativi lasciati in sospeso dal finale semi aperto con cui l’autore ci aveva lasciato.
Dal 1982 il focus narrativo si sposta poco più avanti, nel periodo creativo di Powerslave, posto tra il Compass Point Studio di Nassau e il West end. Proprio in quel momento storico, dominato dalla guerra fredda tra superpotenze, si dipana un plot che, pur rimanendo lineare, finisce per aprire troppi spiragli sugli eventi, finendo per indebolire (di poco eh!) la forza vitale in cui era immerso il libro precedente. Tra documenti misteriosi, spie, inseguimenti, spionaggio e deliri religiosi, i personaggi del romanzo fungono da diversificato punto di osservazione, fulcro narrativo di un montaggio alternato, che trova ispirazione nel mondo filmico delle contemporanee serie televisive.
Il libro, edito da Blitos edizioni ha il merito di raccontarsi attraverso una brossura ad ottima leggibilità, sia per la qualità della carta utilizzata, sia per un adeguato size e interlinea, che rendono l’esperienza immersiva, scorrevole e piacevole. I capitoli brevi regalano poi al lettore la possibilità di seguire le vicende in maniera dinamica, attraverso la sovrapposizione di generi (giallo-thriller-spionaggio), pronti a volgere verso un citazionismo mai invasivo, che determinerà la felicità di chi, come me, ha amato Steve Harris e soci. Infatti, proprio tra le righe del romanzo troverete episodi biografici in grado di (con)fondere realtà con la fantasia.
Insomma…un libro che piacerà di certo ai metalhead, nonostante, mi permetto di dire, una coverart perfettibile che, soggettivamente parlando non mi ha per nulla conquistato, a differenza del finale pensato da Biggio, che ci permette di guardare (piacevolmente) oltre.