Black mass. Stefano Certi, recensione libro
Stefano Cerati torna sugli scaffali delle novità con una nuova opera marchiata Tsunami Edizioni. Infatti, il giornalista milanese, dopo la pubblicazione di Heavy metal, 50 anni di musica dura, ci invita tra le piaghe di un sottogenere inquieto. Una realtà oscura, pronta a celare misteri e ritualismi che da anni alimentano il cosiddetto Occult Rock. Una branca del rock in cui liturgie, formule e simbolismi minacciano di bucare la barriera fisica “per addentrarsi in un mondo magico e metafisico per ottenere dei poteri o delle conoscenze” particolari.
L’Occult Rock, come afferma l’autore di questo splendido Black Mass, altro non è che la musica della magia, del cosiddetto Magick, che sulla linea del tempo ha attratto grandi artisti come Elvis, Beatles, Rolling Stones, Led Zeppelin, Bowie e Doors. Artisti, talvolta insospettabili, sedotti della filosofia occulta e da personaggi particolari come Anthon La Vey e Aleister Crawley, fonti di ispirazione per il mondo nato attorno al tritono.
Cerati cerca di raccontarci come molti musicisti abbiano cercato risposte in una dimensione parallela, mettendo in atto rituali accorti, mediante sonorità atmosferiche, parole, gestualità, teatralizzazione e iconografia, alimenti portanti di una vera e propria liturgia rituale, atta ad osservare un’alternativa realtà celata dietro demoni, rune, negromanzia, filosofie antiche e alchimia.
Il nuovo libro, che va ad arricchire la collana Le tempeste, riesce così a dare un quadro chiaro ed esplicativo della musica occulta, partendo dai capostipiti Coven e Black Widow, per poi giungere ai falsi miti legati i Black Sabbath, alle vicende oscure accadute attorno alla tenuta Bolenskine e all’attrazione verso il diavolo di Jimmy Page, sino al mondo inquieto costruito attorno alla straordinarietà espressiva e di Steve Sylvester e Paul Chain.
Pur lontano dalla necessità di completismo, l’autore ci offre un lungo viaggio negli angoscianti inferi della musica, mostrandoci i meandri luciferini di compositori divergenti, attraverso differenti forme di Occult Rock che, come definisce con chiarezza Cerati, non devono essere confusi con il solo Black Metal. Infatti, quest’ultimo non è “il suono dell’occulto”, ma rappresenta solo una delle sfaccettature di un coro ben più esteso, talvolta rappresentato solo uno shock value ragionato, atto ad utilizzare satanismo e forze occulte come elemento estetico e mero impatto, contro l’interesse accademico filosofico e partecipativo di alcuni.
Ed è così che vi ritroverete a percorrere il fiume Caronte per un viaggio lungo e straordinario che vi porterà dai Blue Oyster cult fino ai Dissection, passando attraverso i Necros Christos, Abysmal Grief, Atomic Rooster e Pagan Altar. Un itinerario lungo ed informativo, complementato da molte interviste ai protagonisti, pronti a raccontare il loro lato oscuro di un passato da cui alcuni hanno voluto fuggire.
Insomma un libro che mostra e spiega il lato nascosto di una musica pece, per certi versi pericolosa.