RæstaVinvE: la distopia dell’indie-pop
Si intitola “Biancalancia” questo primo disco dei RæstaVinvE, nome difficile da scrivere, difficile per i giornalisti ma che in pochi semplici accorgimenti estetici conserva tutta la summa degli uomini dietro i suoni. Sono Stefano Resta e Vincenzo Vescera, figli della provincia cosmopolita come dimostra questo suono tra sfumature di battistiana maniera e quell’elettronica che di certo mi porta a pensare a Berlino e quel mood nord europeo. Un duo che si arricchisce della supervisione di Maurizio Loffredo che ne ha curato grande parte di direzione artistica presso Gli Artigiani Studio.
“Biancalancia” è un disco di pop italiano dalle forme sghembe che ha in se tante piccole somiglianze ma mai che una dia questa si celebri in via assoluta… sembra non avere un’unica direzione, sembra non avere debiti definitivi ma tante piccolissime cose che sembrano, appunto, provenire da mondi conosciuti. E questo ci piace tantissimo perché segna un passo verso la propria maturità: “Biancalancia” dimostra di avventurarsi in un territorio “nuovo” e personale cosa che ormai sembra quasi dimenticata dentro la nuova scrittura italiana dove regna l’estetica e quel copiare cliché senza fine e senza filtri.
I RæstaVinvE invece ci provano per davvero e se dentro singoli come “Terrazze” cascano nel consueto cliché indie-pop, va detto che dentro brani come “Verdiana” o la successiva chiusa “Adesso tutto è cambiato” quasi ci riescono demolendo le attese e le ovvie soluzioni senza traballare e anzi restando in equilibrio con gusto. Trasgressione, rottura delle forme classiche e gusto… difficile compito. Un disco decisamente interessante questo esordio…