I Vendrame: da Ezio al pop satirico il passo è breve
Che poi chi l’ha detto che per i dischi c’è una scadenza? Sono passati diversi mesi dal lancio del singolo e dell’opera tutta ma certi suoni e, soprattutto, certi modi di fare resteranno anacronistici per la società che viviamo. E il “Postalmarket” non è solo il titolo di qualcosa di bizzarro… è anche il ricamo di un disco sociale sotto venature ironiche, folli, forse macchiate da troppa territorialità levando (sempre forse) a questo disco i caratteri universali e nazionali che merita. I Vendrame parlano di quel tipo di ultimi che in verità avrebbero dovuto arrivare ben prima di molti primi. E parlando anche di solitudine e di emancipazione, che detta così… “Burro” è un disco ben piantata a terra. E noi ce lo ascoltiamo volentieri:
Primo disco per I Vendrame… anche se nel vostro passato, di musica suonata ce ne sta parecchia o sbaglio?
Esatto. Siamo tutti dei grandissimi virtuosi che hanno avuto il privilegio di poter mostrare al mondo intero la loro arte. Peccato che il mondo non si è accorto di noi, altrimenti ora saremmo noi a governarlo!!! (sorride)
Da una vostra intervista recente scopro di video live n playback. L’ho visto e lo trovo geniale nella sua semplicità. Com’è nata l’idea?
Grazie di cuore, ma non c’è nulla di geniale…è solo che il nostro cantante Porkardo aveva delle serie problematiche di movimento dovute a dei traumi causati da un violento pestaggio ricevuto per un vecchio debito di gioco…infatti, come potete vedere nel video, si muove a scatti e con gli arti tutti rigidi…e nulla, ci siamo adeguati alla sua condizione fisica del momento!
Che periodo viviamo nella musica secondo voi? La follia, la demenziali, l’ironia saranno ingredienti vincenti?
Beh, speriamo di si…altrimenti la vedo dura!!! E’ chiaro che stiamo vivendo un periodo non facile…anche alla luce del “cataclisma pandemico” che stiamo attraversando…l’ironia, la dissacrazione e la follia sono strumenti che, se ben utilizzati, possono dare una chiave di lettura alternativa della realtà e fornire spunti utili anche per rendere migliore la vita di ogni essere umano…
Perché “Burro”? Perché una mucca? Perché “Malcomplesso”?
Burro??? E chi lo potrà mai sapere?? Non lo sappiamo nemmeno noi! (sorride). Ognuno ci trovi il significato che vuole! Una mucca??? Quella è una capra-topo delle Baleari…un animale estinto oramai da secoli…morto di stenti, gli stessi stenti ai quali dobbiamo far fronte noi Vendrame per placare le nostre ammiratrici!
Malcomplesso, invece, è un termine coniato da noi…sta ad indicare che siamo un complesso “fatto male”, nel senso che non rispecchiamo minimamente gli standard minimi per poter assurgere alle più alte vette dell’industria discografica: siamo prolissi, facciamo canzoni che possono durare anche oltre i 7 minuti, non abbiamo i tempi radiofonici…ma onestamente va bene cosi!
A chiudere: l’Abruzzo, la provincia, vivere al confine dei grandi centri dove accadono cose, secondo voi è penalizzate o si rivela essere una risorsa?
È una grandissima risorsa, soprattutto se trascorri buona parte del tuo tempo ad avvinazzarti, a trangugiare arrosticini, a fare l’amore e…a scrivere canzoni! (sorride)