BLU: un pop anacronistico, romantico, main stream
Mario Francesco Giarola lo abbiamo incontrato più volte soprattutto ora che è tra i finalisti di Area Sanremo Tim di quest’anno. In arte BLU, con questa voce androgina quasi a simboleggiare la natura di romantica dolcezza mescolata alla grinta di chi alla vita chiede di arrivare, di accadere, di farsi notare per quel che ognuno di noi ha dentro. “Io sognavo noi” è un disco di grande pop d’autore dalle musica, tra l’altro, firmate dalla preziosa penna di Veronica Marchi.
Lavoro di inediti che si legano da un concept d’amore e di rinuncia, di rivalsa verso se stessi ma anche e soprattutto di quella solitudine che arriva da una vita vissuta “a metà”, come accade nell’ultimo estratto che troviamo anche con un video su YouTube: “Vivere a metà”. Non si fanno desiderare le soluzioni di cliché del genere, non si fa desiderare quel certo modo fanciullesco di pensare alla forma canzone, dove anche i suoni hanno una patina di incantevole visione favolistica, complice soprattutto questa timbrica di voce che si presta – sempre secondo noi – ad avere un taglio fiabesco e nostalgico. Di certo attendiamo il seguito che sia di conferma e di ulteriore maturità di artista… e che possa trasportare queste canzoni di pop italiano da un diario di segreti ad una dimensione in cui far emergere ancora di più la sua personalità musicale che ad ora forse è fin troppo figlia di cliché ormai sdoganati da più parti. Di certo la voce, nella sua particolare statura e pulizia, è un punto di forza da sottolineare, precisa e sempre puntuale nell’espressività. “Io sognavo noi” è un disco credibile, coerente e soprattutto sincero.