AA VV “Last White XMas”, recensione
“Fuck off and dance”
4 dicembre 1983 il punx derivativo stava giocando con il passato, mostrando divergenze e nuove intuizioni pronte a disegnare innovativi stratagemmi narrativi di stampo HC. Ed è proprio dall’ elitario mondo hardcore che riparte Area Pirata, attraverso la pubblicazione di un doppio disco sporco e violento. Una lunga cavalcata ( 71 tracce) in cui trovano posto le polveri di un passato reale, definito dalla forma evocativa del Gran Ducato HC, in cui hanno combattuto Punk Band rimaste nella memoria di chi ha vissuto quel periodo o che, più semplicemente, avrebbe voluto viverlo.
Uno storico documento, in cui i graffi del tempo impreziosiscono la qualità socio-emozionale di performance perdute, dal sapore DIY, che emerge con prepotenza da una struttura acustica straordinariamente discutibile, perfetta per rinverdire le sensazioni di quel periodo.
L’album, raccontato da un magnifico booklet ricchissimo di foto e parole, mostra quel lontano bianco e nero attraverso le dissonanze dei Brontosauri, i pattern ragionati dei Juggernaut e la follia intelligibile degli Stato di polizia che, con la loro “Uccidi tuo fratello” mostrano il sentiero alla mitologica arte dei Putrid Fever pronti a disegnare gli impulsi dinamici di Motorhead, Reality and Naked real gun, segnando i primi passi di un lungo viaggio. Un viaggio reso spigoloso e fuorviante dalle acuminate note rotteriane dei Dements e dalle sonorità inattese degli Useless Boys che, con la loro I don’t need your love deformano strutture fifty dal sapore acuto.
Se poi in chiusura del disco uno scorgiamo le distorsioni inquiete dei War dogs, vi ritroverete ben presto a scolpire il vostro animo con la durezza degli A’ufshlag e C.C.M. per poi ritrovarmi nelle strutture ardite dei I refused it! sai quali fuoriesce isterismo minimale e antisociale (Noi vi odiamo), che ci getta nel calderone finale dei Traumatic, trainati dalla loro rude No police No army ideale per configurare un sentiero verso il vero e proprio inno negazionista: I don’t mind.
Dunque, se avete dentro di voi l’hardcore e se non siete puristi del suono (…se siete arrivati a leggere fin qui… di certo non lo siete) questo è il vostro mondo!