HEADLIGHT: a proposito di “Timeline”
Partiamo da questo nome che, nonostante una traduzione assai terrena, ci porta a vederci dentro cose dalle forme che non hanno troppa aderenza con la quotidianità. Diverso invece il taglio sonoro lirico e sonoro di questo primo lavoro degli Headlight, abruzzesi tinti di una vena internazionale che strizza forte l’occhio al funky inglese e a tutto quel pop glamour che, almeno per loro, resta sospeso… proprio come restano sospese le speranze o come restano psichedeliche le immagini di questo bel video diretto da Giovanni Bufalini per il primo estratto “This Love”. E in qualche forma, ci ritrovo anche quel mood sudista di fare pop rock, un poco alla R.E.M. e un poco alla U2 (che di suddisti hanno poco davvero). E non a caso questi due nomi sono molto connessi tra loro…
Partiamo da questo nome assai visionario in qualche modo. Parliamo di luce principale…
In realtà non molto visionario, semplicemente il nome “Headlight” sta ad indicare quella luce di speranza che è la musica. L’idea ci è venuta guardando il faro di una macchina. La luce che emana ci permette di avanzare, ci da sicurezza eliminando il buio intorno a noi, quel buio che racchiude le nostre incertezze e paure.
Primo disco in inglese dai forti richiami inglesi anche nel mood di questo suono in bilico tra acustico e digitale. Perché questa direzione? Cosa vi ha ispirati?
Semplicemente volevamo fare un album che accontentasse un po’ tutti i gusti, variare dal suono più vintage a quello più moderno e coinciso. A livello musicale gli artisti che ci hanno ispirato di più sono U2, Coldplay e Oasis.
Un primo lavoro… secondo voi che senso ha oggi fare un disco? Voi che valore gli date?
Essere musicisti vuol dire avere una grande sensibilità, essere empatici. Un artista non può essere tale se non è in grado di capire i sentimenti delle persone. Al giorno d’oggi questa cosa un po’ si è persa: molte persone fanno musica solo a fini commerciali. Per noi fare un disco, quindi produrre musica, vuol dire raccontare i nostri sentimenti.
Come se fosse un quadro, che sta li per essere osservato ed emozionare.
Ampi spazi aperti dentro il vostro suono. In fondo il romanticismo pop italiano non vi abbandona… anche se penso ci siano tante nuvole dietro la scrittura di “Timeline”… sbaglio?
Assolutamente no, ovviamente noi scriviamo musica con mood diversi l’uno dall’altro. A volte componi un brano perché hai necessità di sfogare quello che hai dentro, e già in questo si possono avere tante sfumature. Siamo 4 ragazzi diversi, ma comunque uniti dalla musica, ogni giorno qualcuno di noi ha qualcosa di diverso o nuovo da dire. “Timeline” è il risultato di un qualcosa che comunque è in continua evoluzione.
Bello il video di “This Love”. Come siete arrivati a Giovanni Bufalini e perché?
Siamo entrati in contatto con Giovanni Bufalini grazie alla DCOD Communication. Avevamo bisogno di una persona che riuscisse a rappresentare e ad esprimere al meglio il significato della canzone, con una nuova tipologia di video, del tutto sconosciuta a noi. Il risultato finale ha superato ampiamente le nostre aspettative