Bologna Violenta “Bancarotta morale”, recensione
Torno finalmente (e con piacere) tra le strade di Bologna Violenta per il suo sesto album, così vicino, ma così lontano dagli esordi. Un disco, come da attesa, dicotomico, spezzato in due tronconi emozionali. Il primo sviluppato su tematiche disparate, fulminee e intuitive, il secondo istintivo e definito da una struttura avvolgente.
Infatti, la nuova release sembra voler giocare con gli opposti, mostrando un mondo piacevolmente narrativo che, partendo dall’introduzione dell’Estetica morale, ci invita tra le angosce espressive del Truffatore, durante la quale la batteria e il bass pedal giocano a rincorrersi, mentre la voce narrante del violino si prodiga in andamenti emotivi, in grado di fungere da colonna sonora alla biografia di Manuele Bruni, pellegrino del malaffare, pronto a percorrere le strade del commercio clandestino. Una rapida avventura narrata tra Torino e Napoli, pronta a spostarsi nelle fredde ambientazioni dell’est, in una Otawa dei primi anni 30, dove La banda Przyssawka mostra sensazioni sovietiche, definite da impalcature sonore in bianco e nero.
L’album, licenziato da Overdrive Records con il sostegno di Dischi Bervisti e Truebypass, disegna poi un ritorno nell’Italia de La Famiglia Subiot, introdotta dalla cupa e mesta La sposa, rubata a momenti deprecabili e dimenticati. Il sofferente violino si dilunga per dar poi spazio alla follia destabilizzante de Lo sposo, metafora ardita e coerente con le vicende narrate dall’ottimo booklet, posto a essenziale corredo di un digipack curato e in perfetta linea con l’esposizione musico-narrativa, proprio come accade con La fidanzata.
A dare inatteso e repentino cambio direttivo è infine il capitolo terminale, intitolato Oasi Morale, una suite fagocitante che, assumendo i contorni di una fuga consapevole, pone le basi per una necessaria ma dubbiosa redenzione. Infatti, proprio come un finale aperto, la lunga composizione appare una chiusura narrativa da intendere apertamente, in modo da lasciare spazio all’ascoltatore, libero di interpretare un film…pardon…un disco d’essai.