Matteo Terzi: il singolo “Between Us”
Davvero interessante e suo modo geniale nella semplicità con cui Przemek Filipowicz ha saputo dirigere e realizzare un video dalla forza sociale così intensa e allo stesso modo per niente pesante o ridondante anzi… un video leggero e trasparente pari al brano che scorre tra i suoi fotogrammi. Parliamo del singolo “Between Us” di Matteo Terzi, giunto secondo a The Voice in Belgio. Parliamo di un cantautore che ha nel sangue quel pop inglese figlio degli anni 2000, dalle liriche altrettanto leggere e da sound semplice e fascinoso negli incisi. “Between us” distrugge con piglio colorato di quel pop adolescenziale le mode e le apparenze cercando di ritrovare la verità che esiste dietro le singole vite in vetrina, come ormai siamo dediti a fare ogni giorno senza alcun tipo di rispetto… per la verità.
Talent show in Belgio. Come ci sei finito li?
Suonavo in strada a Liegi e ho incontrato un autore della trasmissione che passava di lì per caso, mi ha detto a giorni facciamo i casting, perche non provi? Ho provato ed è andata bene, un secondo posto del tutto inaspettato e tanti concerti a seguire.
Ed è d’obbligo una domanda… tra l’Italia e il Belgio?
In Belgio grazie alla portata della televisione sono più conosciuto e ho la possibilità di fare i miei concerti, è una bella soddisfazione, lavoro per poter arrivare allo stesso risultato anche in Italia.
E le porte che si sono aperte… sono rimaste spalancate o quell’esperienza si è chiusa in qualche modo?
Come tutti i « figli dei talent show » gran parte della visibilità che il programma ti porta scema nel giro di un anno o due, ma sono contento di aver costruito un mio pubblico fedele, il classico zoccolo duro che mi segue ai concerti e mi permette di vivere di musica anche al di fuori della strada.
Approdi in Italia con un bellissimo video. Raccontaci: c’è più finzione qui da noi o altrove? O siamo tutti condannati ai nostri avatar?
Credo la seconda. Che lo vogliamo o no siamo tutti figli del nostro tempo, possiamo ribellarci, allontanarci, ma non ci vedo nessun senso. Tanto vale accettare che i nostri tempi sono dominati dai social e cercare il nostro modo coerente per interagirvi.
A chiudere: il pop di stampo inglese. Perché ti ha contaminato più del resto?
Sono cresciuto a pane e Oasis, quando ho ascoltato per la prima volta “Don’t Look Back in Anger” ho sentito un blocco allo stomaco perché avevo capito che la mia vita era lì dentro.