PORTFOLIO: quando l’America è dietro casa
Il genere non mente e non mentono neanche le loro armi sfoggiate con precisione e fierezza. Subito alla mente saltano alla mente le voci bianche che di nero hanno l’anima, saltano alla mente quei ricami californiani di serate glitterate di lusso e di cocktail. Subito tornano alla mente i nostrani YUM che un tempo erano THOMAS o i più main stream Mario Biondi quando si lascia andare s’intenda. Il nuovo disco dei PORTFOLIO è così, lo si ama fin dalla prima traccia, title track del disco, ovvero “Stefi Eonder”. Un po’ quei collettivi che cercano la contaminazione in ben altro rispetto a ciò che ci regala l’orticello di casa. E vengono alla mente le trame internazionali dei BOS soprattutto quando i nostri lasciano cantare Claudia Domenichini, ormai presenza e non più ospite. All’ironia ci troviamo anche le riflessioni. Ci troviamo anche due strumentali, tanto per non farci mancare neanche il lato trasgressivo del suono.
Nuovo disco e nuovi suoni. Nuovi modi di pensare al sound non è così? Quali grandi differenze ci sono?
Sono passati 5 anni dal nostro disco precedente ‘Due’. Un periodo abbatsanza lungo in cui abbiamo avuto alcuni cambi di formazione e abbiamo portato avanti progetti paralleli. Abbiamo sempre continuato a suonare e comporre musica nuova. Ci siamo trovati con molto materiale, dal quale abbiamo scelto quello che ci convinceva di piu’ e che ci sembrava piu’ omogneneo. Di diverso rispeto al passato c’e’ stata la tendenza a sviluppare maggiormente la forma canzone, avendo un cantante e dei testi per la prima volta in italiano. Abbiamo cercato di disciplinarci maggiormente, usare meno idee nei brani e svilupparle maggiormente.
Ironia… c’è tanta ironia anche in alcuni vostri video promozionali sui social. Quanto è serioso e quanto è irriverente il messaggio di “Stefi Wonder”?
Per noi la musica e’ una cosa molto seria. Siamo molto attenti e scrupolosi su ogni aspetto di un brano, musicalmente e sui testi. Pero’ ci divertiamo a suonare e passare tempo insieme e questo spirito emerge dai testi e dall’attitudine. Crediamo che l’ironia possa essere un valore aggiunto quando un progetto e’ fatto seriamente.
o come l’impressione che vogliate prendervi gioco del pubblico in qualche misura… un po’ come quegli artisti che camuffano i testi che tanto alla fine nessuno li ascolta… ovviamente ne parlo con molto fascino e interesse…
Non pensiamo piu’ di tanto a quella che possa essere la reazione del pubblico, anche perche’ cercare di inseguire gusti che non sono i tuoi e non conosci magari neanche del tutto porta inevitabilmente a un lavoro poco a fuoco. Cerchiamo sempre di capire l’dentita’ del materiale su cui lavoriamo, crearci un immaginario e seguirlo, fidandoci che sara’ lui a guidarci.
Perché la California nel vostro bagaglio di ispirazioni?
La California ci e’ sembrato emergere a tratti quando il disco cominciava a definirsi nelle linee generali. Non si puo’ dire che sia stata un’ispirazione diretta, quando piuttosto un immaginario a cui guardare ironicamente dalla provincia emiliana, un po’ come fecero i CCCP con l’Unione Sovietica.
Un prossimo video? Magari di uno dei brani strumentali che hanno un carico visionario non indifferente… ci avete mai pensato?
Stiamo lavoando al video di ‘Agosto’, che sara’ il secondo singolo estratto dall’album. Per i brani strumentali, in particolare ‘Fluidita’, ci piacerebbe pensare a un video evocativo che potremmo anche usare nelle perfromance dal vivo.