Yoko Shimomura – Kingdom Hearts OST recensione
Quando torna l’estate, molti ricordi mi tornano in mente: le giornate in piscina, le nottate finchè le palpebre reggevano, lo svegliarsi all’ora di pranzo…le lunghe odissee per “massacrare” le console dei videogiochi. Ogni volta che c’era un minimo accenno di caldo estremo fuori dalla camera, oppure quando bisognava attendere che la digestione facesse il suo corso, mi dirigevo con qualche mio amico verso la Playstation per cercare di finire qualche gioco o farmi aiutare nel superare un livello. Due sono le costanti di queste mie avventure, ma un’altra ( una domanda ) mi batte nel cervello per cercare di uscire: come si ricorda un videogioco? La risposta è semplice, perchè non ce ne sono poche: dalla trama, dai personaggi, da quanto tempo ci abbiamo impiegato a finirlo, ecc. Ultimamente, però, sembra stia prendendo piede una nuova risposta che mai si pensava avrebbe fatto parte dell’elenco, anche se era sottinteso: la colonna sonora. Ogni fan che abbia amato e finito un platform, altro non brama che poterlo risentire attraverso le cuffie senza la paura di dover muovere il personaggio o di completare un boss. Il tutto per provare che anche da un mondo digitale si può originare una lacrima.
Partendo dal passato, i brani di una colonna sonora “digitale” erano composte da ben poche tracce che si ripetevano durante il livello e che cambiavano all’arrivo del boss, ma, col giungere della Playstation, pare che qualcosa sia cambiato: l’arrivo dal Giappone del videogame “Final Fantasy VII” con la splendida musica di Nobuo Uematsu, ha dettato le regole del nuovo modo di creare la componente melodica. Grazie al suo lavoro, innumerevoli compositori si avvalgono di spartiti e orchestre di vari membri, al fine di creare delle sinfonie che rimangano nella mente del giocatore, seguite da piccole tracce che ricordino, invece, il passato. Quello che si vuole esaminare qui è il massimo risultato di tanti studi e lavoro che hanno portato alla fusione di due realtà: SquareEnix ( casa di produzione di “Final Fantasy” ) e la Disney. Il parto porta il nome di “Kingdom Hearts – Original Soundtrack“.
Nonostante lo scetticismo che può generare un cd del genere, l’intero progetto sembra collegarsi all’interno di una categoria: il concept album, poiché attraverso le varie tracce si compie un viaggio attraverso il buio per tornare alla luce.
Il videogioco in questione, infatti, parla di un ragazzo ( Sora ) che, perso nel buio, viene nominato custode del Keyblade: l’arma per chiudere le porte delle tenebre da cui escono gli Heartless ( i senza cuore, progenie dello smarrimento dell’uomo ). Il personaggio dovrà viaggiare attraverso i mondi della Disney, risolvendone le storie inerenti alle favole, per giungere alla battaglia finale. Ovviamente, al suo fianco ha due cavalieri del regno di Topolino, mandati in missione per ritrovare il loro re ( sperduto, non si sa bene dove ): Paperino, il mago; Pippo, lo scudiero. In appendice, anche molti cammei dei personaggi di Final Fantasy.
Come si potrà notare a rigor di logica, il videgioco sarà sempre sonorizzato, poichè ogni singolo universo ha i suoi cinque/sei temi, di cui alcuni molto notori. Ma, in aggiunta, sono presenti delle musiche che sono state composte proprio per il gioco. Andiamo ad analizzarle.
Prima fra tutte è l’incredibile versione d’apertura creata dal compositore Kaoru Wada, la quale fu creata per la sezione che presentava il gioco, facendo scorrere delle frasi che esprimevano l’anima del brano: la propensione verso la luce, intesa come la speranza del ritrovamento della retta via. Questo tema è ampiamente ripreso in varie sezioni, in particolar modo da Utada Hikaru ( famosissima cantante giapponese ) che è la creatrice della canzone/ tema: “Simple And Clean” che, nella versione originale, era chiamata “Hikari” ( in giapponese: luce ). La canzone parla di due anime perdute che pregano affinché uno riveda l’altro un giorno: una canzone d’amore incredibilmente commuovente che ricorda come il sentimento possa esserci anche senza promesse, ma con la costante consapevolezza di cosa si prova. Tutto questo muoversi verso la luce culmina nel pezzo finale: “March Caprice For Piano And Orchestra”.
Parlando di altro si può passare alle composizioni più numerose del cd, targate Yoko Shimomura. Attraverso l’uso di sintetizzatori, il compositore giapponese si mette in gioco cercando di creare nuove melodie e riarrangiamenti di vecchie canzoni disneyane, donando loro, però, un senso nuovo. Spiegando meglio: ad ogni mondo del gioco corrisponde una favola, quindi ci sarà un motivetto principale. Ma, in base a questo, le altre parti prendono spunto dalla melodia iniziale per originare brani che più meno gli si possono associare. Il tutto, quindi, per ogni mondo, può essere indicato come un’unica sonata divisa in varie sezioni, ma che crea un senso di compattezza unico. Molto particolari e prive di spunti da melodie conosciute, sono i brani “Dearly Beloved” ( brano del menù iniziale ); “Kairi” ( un tema sviluppato tre volte innalzandolo di un’ottava ); “Traverse Town” ( il più facile da ricordare ); “Hollow Bastion” ( il tema della fortezza oscura ); “Destati” ( il pezzo che indica la caduta nell’oscurità ), ecc.
Ottimo il suono, interamente e rigorosamente supervisionato dagli Studi Disney, che esce dallo stereo in una definizione migliore rispetto a quella del videogame. Per quanto riguarda i pezzi cantati, non si può certo dire lo stesso, poiché, a volte, o il brano inizia troppo presto ( sembra che manchi l’inizio; riferimento a Simple And Clean ) o il passaggio attraverso il microfono si sente, oppure il suono sovrasta decisamente la voce.
Che cosa dire? Sono i ricordi migliori che un ragazzo possa avere ed è giusto, quindi, diffondere la voce che la musica esiste anche attraverso le piattaforme digitali ed è sempre lei ad emozionarci, anche per un mondo finto che, ben presto, partorirà il suo terzo e ultimo capitolo.
Da avere assolutamente per i fan di Kingdom Hearts.