Tense Up! “Tense Up!”, recensione
Welcome to the Tense Up! World.
Ecco a voi un mondo filmico ed emozionale, in cui suoni e derivazioni narrano storie attraverso pelli granulari, riff appuntiti e sampler ragionati, in grado di definire la direzione di un disco particolare quanto il suo originalissimo packaging “origamico”. L’album promosso da Dischi Bervisti è dato a battesimo da una chiara impronta destabilizzante, in cui si inizia a percepire un’incredibile mescolanza di sensazioni che, partendo da un calmierato rumorismo, arriva a sviluppi seventies ed heavy, attraverso un uso armonico di narrazioni prefatte. Suoni inusuali che, pur risultando gradevoli e narrativi, celano spigoli arditi che fingono di ammorbidirsi (Carrusel) attraverso echi ed organi purpleiani.
Il disco, coraggioso e riuscito, definisce una particola sincrasi tra citazioni vintage e striature d’oltreoceano (I kelled him), mostrandosi sempre libero di intercalare l’indole free jazz verso direzioni inattese. L’album, infatti, sembra voler segnare i contorni di un nuovo genere, mostrandosi osservativo e dilatato (Astraphobia), ma al contempo spietato e disorientante (The key).
A chiudere l’opera, folle e trainante, sono infine le note implosive di Private Traps, in cui le reiterate toniche definiscono il pattern su cui giocano le sonorità di un tracciato da ascoltare senza preconcetti.
Tracklist
Mr.memory
Carrusel
I killed him
Astraphobia
The key
Private traps