Music on Tnt: recensione dell’album Boy degli U2
Con BOY, il loro primo album del 1980, gli U2 si distinsero fin da subito da tutto “il resto” per la loro singolare capacità di interpretare il rock allora dominante, il movimento New Wave in particolare.
Probabilmente questa unicità deriva dal fatto che gli U2 non sono ne americani ne inglesi ma irlandesi, per cui la fiera e rinomata passionalità irlandese ha portato il gruppo a non omologarsi al resto fin dall’inizio.
Gli U2 si formarono durante il periodo liceale a Dublino alla fine dei Settanta grazie all’annuncio di Larry Mullen Jr il batterista del gruppo, l’unico ad avere un’autentica esperienza musicale alle spalle. Coloro infatti che risposero ovvero Paul Hewson la voce, Dave Evans il chitarrista e Adam Clayton il bassista non ne avevano molta. I quattro però erano accomunati dalle stesse passioni musicali: Rolling Stones, Bowie, Rory Gallagher, Peter Frampton, Beach Boys.
Paul che frequentava i più creativi artisti della Dublino del periodo conobbe personaggi come Derek Hanvey e Gavin Friday, che formarono i Virgin Prunes. Friday consigliò Paul a farsi chiamare Bono Vox dal nome di un negozio di cornetti acustici. Bono poi consiglierà Dave a diventare The Edge per la sua testa aguzza. Sarà grazie al manager Paul McGuinness e al produttore musicale più innovativo ed emergente dell’Irlanda fine Settanta, Steve Lillywhite, che gli U2 firmato il contratto con l’etichetta l’Island pubblicarono finalmente BOY.
Lillywhite era produttore innovativo perché rifiutava di produrre le solite rock band del periodo in cui erano i soli musicisti a giocare un ruolo da protagonisti durante un’esecuzione, mentre il cantante solista era relegato in secondo piano e il più delle volte perché non era effettivamente all’altezza. Con gli U2 capì invece di aver trovato la band che stava cercando. Tutti erano indispensabili e posti sullo stesso piano. Amando la dimensione live, Bono riuscì infatti concerto dopo concerto a prendere sicurezza delle sue possibilità canore ed interpretative e oggi a diventare una delle voci rock più apprezzate.
L’elemento passione che ha reso gruppo evergreen gli U2 si avverte proprio subito dalla sua voce. Malinconica ma fiera, rabbiosa ma di calma intensità. E poi tecnicamente dotata di una incredibile estensione vocale che emergerà con gli altri album. Il messaggio colto fin dalla copertina di Boy annunciava il debutto di una band. ideologicamente ben riconoscibile. Questa era infatti un ritratto di Peter Rowen, il fratellino di Hanvey Derek. Lo stesso bambino della copertina di WAR del 1983, il terzo album. La difficile interpretazione espressiva del volto del bambino riassumeva il messaggio di questo lavoro. L’enorme difficoltà per i ragazzi della loro generazione di affacciarsi alla dura e complicatissima realtà adulta. Questa era però tappa inevitabile.
Essendo gli U2 irlandesi era naturale concentrarsi sul tema “assenza di punti fermi”. La consapevolezza e quindi il darne una ragione, che questa è comunque una tappa obbligatoria riesce a restituire energia e fiera passionalità a tutto il lavoro. E’ vero che c’è la durezza di liriche come Out Of Control, il primo singolo ufficiale e il tema della purezza come quella di un bambino che può salvare dal grigiore di tutti i giorni. Oppure I Will Follow che Bono scrisse in ricordo della madre morta quando lui aveva 14 anni.
Ancora The Electric Co. dedicato ad un amico che subì un elettroshock. Ma tutta la paura e l’incertezza si stemperano grazie alla carica di passione che i quattro riescono a trasmettere. E se nonostante la chitarra di The Edge faccia emergere influenze con quella di Will Sergeant dei Bunnymen, o certe composizioni rimandano a Joy Division come The Ocean o Cure per Shadows And Tall Trees, l’elemento unicità già è caratteristico del debutto. In Out Of Control, già si può assaporare quella dimensione profetica regale che renderà immensi gli U2 negli anni seguenti.
All’epoca c’erano gruppi che dovevano essere dark al 100% senza mezzi termini, altri invece semplicemente essere d’humour nero. A questi gruppi rock-wave del periodo a cui gli U2 vanno eventualmente prima degli altri paragonati poi ci sono quelli della New Romantic come i Duran Duran, paladini di Mtv che nasceva nel 1981, proprio l’anno in cui l’Island pubblicava con grande consenso BOY negli Usa. Con tutti, gli U2 avevano pochissimo in comune. Dal “resto” gli U2 si distinguevano perché gli unici capaci di trasmettere una forte passionalità. Non un atteggiamento mascherato o intellettuale. Ma passione vera, sincera e molta sentita.
Non c’era la semplice voglia di fare musica e di cantare. E se vogliamo semplice passione. C’era qualcos’altro di unico che gli U2 trasmettevano fin dal primo lavoro. Essendo ancora al debutto era difficile poterlo definire esattamente ma di sicuro con BOY già si sente il calore di un FUOCO che qualche anno dopo infiammerà tutto il mondo. E stavolta in maniera INDIMENTICABILE