Nomadi A Masone tour 2008
I Nomadi sono ormai di casa in quella antica piazza masonese “Del castello”, che tempo fa ospitava la fortezza messa a ferro e fuoco nel XVII° secolo dagli austriaco-piemontesi prima e dai francesi poi. Oggi (ahimè) quella splendida fortificazione ha lasciato il posto ad un sagrato, sul quale si erge una chiesa ed un museo dal sottovalutato valore esteto-storico. Proprio qui, ancora una volta, la band emiliana di “Mastro” Beppe Carletti torna nel luogo che vide l’ultima performance del compianto Augusto Daolio.
Il piccolo palco antistante la chiesa inizia a popolarsi attorno alle 21 con gli amici di sempre. Il momento che segna l’entrata in scena della band non è certo accompagnata dalle urla dei fan, ma piuttosto da applausi e sorrisi, proprio come quando due vecchi amici si incontrano dopo qualche tempo. Il rapporto tra il gruppo e la cittadina masonese è forte e ben rodato e la platea, affetta da nomadismo, sembra essere posta su di un piano paritetico-amicale rispetto agli artisti. Non esiste infatti l’adorazione “Fan”, ma piuttosto un sincero e partecipe sentimento di condivisione.
Il live ha inizio con la curiosa e ben riuscita versione reggae di “Come potete giudicar”, cover di “The revolution kid” di Sonny Bono e “Ci vuole un senso”, in cui il violino di Sergio Reggioli accompagna gli accordi di un Cico Falzone in ottima forma. Danilo Sacco, frontman dal 1993, sfoggiando un new look, divide con Massimo Vecchi gli onori di “Contro”, tornando poi unico timoniere di “Voglio Vivere”, durante la quale gli spettatori del sottopalco ritmano il chorus con singolari gettiti di coriandoli argentati.
Lo show, sempre molto piacevole, è alternato come di consueto da piccoli siparietti e scambi di battute, che anticipano la rock version di “Asia” ed il folk rock di “20 di Aprile”, anche se i primi immancabili brividi arrivano su “La libertà di volare” e “Crescerai” intonata da Cico.
The show must go on…ma dopo la pausa caffè, che anticipa “Ophelia”, assente dalla scaletta forse da troppo tempo, seguita da “Marta” eseguita i levare in medley con “Oye como va”. Lo spettacolo scivola via tra le note di “Stagioni”, in cui Reggioli duetta con Carletti, il quale armato di fisarmonica da il via a “L’uomo di Monaco”, che spezza la continuità melodica espressa da “Marinaio di vent’anni” e “ Sangue al cuore”.
Il fresco vento di Masone inizia a farsi sentire quando “Ti lascio una lettera” dedicata ad Augusto e “Canzone per un’amica” dedicata a Dante Pergreffi, anticipano il classico gran finale di “Dio è morto-Io Vagabondo-Tedeum”.
Come di consueto il tour targato 2008 si è confermato un divertissement degno di nota, anche se a differenza degli anni precedenti, la presenza di pubblico è da considerarsi deludente, forse complice il poco accolto ritualismo, che vede oramai da molti anni la band in quel di Masone o complice il contemporaneo live di Manu Chao a Genova.
Ad ogni modo, a mio avviso, “Masone live”, l’organizzazione di eventi della Valle, deve perseguire questo sentiero, prefiggendosi di non dimenticare la riuscita collaborazione decennale con la band, ma forse dovrebbe iniziare ad osare maggiormente, cercare di andare oltre per offrire nuovi show…e basterebbe guardarsi indietro e ricordarsi di quando Masone fu teatro nobile di importanti tour di artisti come Skiantos, De Gregori e Ligabue!