Dino Massa Quartet – Anime diverse
Nel recensire la precedente fatica di Dino Massa, quel disco dal titolo chilometrico “Strani effetti della globalizzazione sulla musica afroamericana: uh’anema”, avevo scritto che i momenti più intensi erano quelli in cui la formazione orchestrale si riduceva al trio o quelli in cui il pianista si esibiva da solo.
Beh, personalmente trovo in questo “Anime Diverse” tutte le conferme di cui avevo bisogno.
Questo nuovo cd è uscito agli inizi del 2008 ed è stato registrato a Pomigliano d’Arco nell’aprile del 2007. In scena la nuova formazione del pianista napoletano, il “Dino Massa Quartet”: Dino Massa al pianoforte, Valerio Virzo al sax tenore, Daniele Sorrentino al contrabbasso e Elio Coppola alla batteria.
Massa è un aedo, ha bisogno di spazio per cantare le sue storie e quando riesce a prenderselo, cattura l’attenzione come una calamita. Il quartetto funziona e, più del precedente, questo disco ci trasporta in un jazz ad un tempo classico e moderno: classico perché lo stile e la “verve” molto devono a un grande pianista ormai storicizzato come Bill Evans, moderno perché seguendo una tendenza contemporanea, qui meno pronunciata che in altri autori, la composizione è contaminata da elementi ricavati dalla musica colta occidentale, la cosiddetta musica “classica”, che nulla toglie però alla spontaneità con cui il gruppo affronta i diversi brani.
Tutte le composizioni di questo cd sono di Dino Massa, il quale spiega nelle note di copertina, che il titolo “Anime Diverse” viene dalla compresenza di momenti melodici e di momenti sperimentali in cui vengono usate anche tecniche seriali. Il tutto, dice: “con l’obiettivo principale di provare a creare un suono unitario”. Effettivamente c’è una unità di stile che lega fra loro i vari momenti del disco. Questa unità non mi impedisce però di amare particolarmente alcuni brani, soprattutto quelli centrali come “Pippo” teso e trascinante con il sax di Valerio Virzo in stato di grazia, ma soprattutto “Per un amico”, che lascia intuire storie intense, venate di nostalgia.
Dino Massa ha inciso il suo primo disco nel 1994, anche allora si trattava di un quartetto, sebbene i musicisti non fossero quelli dell’attuale formazione: questo è il suo decimo lavoro. La sensazione che ho ricavato dall’ascolto di questo disco è che la musica del pianista napoletano sia una crescita lenta ma continua e prossima a risultati maiuscoli. Nel 2000 è uscito già un suo cd per piano solo (Punti di vista) e allora mi viene da chiedere: caro maestro Massa, a quando il suo “Conversation With Myself?”.