Zibba & Almalibre Senza pensare all’estate, recensione
Più il tempo trascorre e più vivo nella ferma convinzione che Zibba rappresenti la reale e istintiva dimensione cantautorale italiana contemporanea; non intesa in senso snobbistico del termine, ma definita attorno alla capacità espressiva di un mondo di note che mai, come in questi mesi, ha reso giusta giustizia ad uno nostri migliori talenti. Un abile compositore che non solo si è aggiudicato il Premio Sala Stampa “Lucio Dalla” ed il Premio della Critica Mia Martini, ma ha anche ottenuto il primo posto ad X factor 2014, grazie a La vita e la felicità, brano donato a Michele Bravi, e co-firmato da Tiziano Ferro.
Zibba oggi torna ad abbracciare gli Almalibre attraverso le note di quello che dovrebbe essere una sesta opera, anche se appare più come una sorta di prezioso hits, in cui Sergio Vallarino racconta il suo alter ego attraverso la caratteristica timbrica vocale, pronta a rivisitare tracce che appartengono al recente passato, inediti e piccole sorprese racchiuse in un buon digipack.
Ad aprire il disco è (inevitabilmente) Senza di te, arrangiato magistralmente da Andrea Mirò e raccontato con trasporto dal suo ritmo spezzato. La traccia, a mio avviso tra le migliori dell’intera discografia, riesce a raccogliere una sentita aurea osservativa, immersa nel lato piacevole della melanconia, qui bilanciata dall’incontro riuscito tra gli archi dei Gnu Quartet e la decisionalità emotiva della sei corde.
Mentre il sax di Stefano Riggi ci traina verso il dinamismo della titletrack, ci si rende conto di essere all’interno di un curatissimo album fotografico, in grado di raccontare il lungo viaggio che l’autore ha dietro alle proprie spalle.
In pieno stile revisionista, mutuato dal miglior De Gregori anni ’90, Zibba si presenta con la volontà di animare i propri brani attraverso ventate di note riassestate, talvolta in maniera convincente, talvolta con modalità meno riuscite, ma sempre vive e vissute.
Tra le pieghe del disco ritroviamo sensazioni caposelliane (La saga di Antonio) tra dobro e jazz sporcato dalla sincopata recitazione dell’autore, che si ritrova a raccontare i propri passi sulla neve e i giorni uggiosi di Anche se oggi piove, delizioso estratto di Senza smettere di far rumore. Le tracce appaiono, sin dal primo ascolto, rivestite da armonie sussurrate, in cui i passaggi della bass line raccontano l’emozione acustica di ricordi già vissuti.
A complementare il nuovo full lenght è il delicato andamento jazz di Tutta l’aria che vuoi, e la versione originale di Il mio essere buono, scritta per Cristiano De Andrè, punta inedita di disco impreziosito dall’ottima sessione fotografica di Nicolò Puppo e dagli interventi grafici di Viviana Ruocco, che, nel loro insieme, sembrano ricordare lo splendore artistico di Her Morning Elegance di Oren Lavie.
Insomma, un disco che sarà amato da chi ama Zibba e sarà apertura curiosa per chi Zibba ancora poco conosce. Un disco da ascoltare ed amare in un delicato silenzio osservativo
Tracklist
Senza di te
Senza pensare all’estate
Prima di partire
La saga di Antonio
Anche se oggi piove
Dove i sognatori son librai
Nancy
Il mio esser buono
Bon voyage
Come il suono dei passi sulla neve
Tutta l’aria che vuoi