Le suites per violoncello di Bach nell’interpretazione magistrale di J.M. Queyras
Le sei “Suites per violoncello solo” di Johann Sebastian Bach, verosimilmente completate fra il 1717 ed il 1723 mentre il musicista era maestro di cappella a Cöthen costituiscono, a fianco delle coeve “Sonate e Partite per violino solo”, uno dei pilastri che, nell’imponente edificio della musica colta occidentale, reggono l’ala della musica solistica.
Una successione di Preludi, Allemande, Minuetti, Sarabande, Gavotte, Gighe; trentasei movimenti per due ore di musica “da ballo” che trasportano, come molte altre composizioni bachiane, l’ascoltatore in un mondo ultraterreno fatto di una musica pura, più vicina alle forze che muovono l’Universo che alle miserie umane ed a cui forse neppure lo stesso Bach aveva mai pensato come ad un corpus unico da eseguire monoliticamente in esibizioni pubbliche.
Queste suites, infatti, costituirono immediatamente un eserciziario di riferimento per chi volesse eccellere nell’uso del violoncello, ed in effetti le difficoltà esecutive profusevi a piene mani, ne hanno fatto per un paio di secoli una vera palestra per i violoncellisti, ma, contemporaneamente, al di fuori dei luoghi deputati all’apprendimento della musica furono considerate al più come medicine da prendere a piccole dosi.
La loro godibilità dal punto di vista esclusivamente concertistico stentò ad emergere e fu solo agli inizi del ventesimo secolo, cioè circa duecento anni dopo (!), ad opera di Pablo Casals, se queste musiche furono finalmente proposte tutte insieme ad un pubblico pagante.
La storia discografica delle suites comincia con l’incisione del periodo 1936/1939 ad opera di Pablo Casals, incisione tutt’ora disponibile in diverse edizioni (quella in mio possesso è delle Naxos) la resa dello strumento è di tutto rispetto nonostante la vetustà, probabilmente perché il violoncello è comunque uno strumento più “facile” di altri dal punto di vista della registrazione. L’arte di Casals arriva fino a noi con una immediatezza travolgente, le suites cantano sotto la sua mano e la sua versione, a ottant’anni di distanza rimane ancora un punto di riferimento imprescindibile.
Dopo Casals, praticamente tutti i grandi violoncellisti si sono cimentati con le suites, posso solo tentare di citare alcuni nomi senza l’ambizione di produrre un elenco completo che sarebbe quasi impossibile: Mstislav Rostropovich, Pierre Fournier, Janos Starker, Yo Yo Ma, Anner Bylsma, Pieter Wispelwey, Nikolaus Harnoncourt, Mischa Maisky… Ognuno infondendo in queste musiche la propria indole, la propria visione delle cose. Si va da versioni emotive come quella di Rostropovich a quella impeccabilmente gelida e magnifica di Janos Starker (purtroppo funestata da rumori di fondo non sempre sommessi), alle versioni filologiche di Harnoncourt e Bylsma a quella tutta cantabilità e fascino di Pierre Fournier.
In questo contesto la nuova versione del giovane Jean Guihen Queyras registrata nel marzo 2007 in una piccola e bellissima chiesa della cittadina tedesca di Sulzburg, si inserisce con un soffio di novità costituita da una impronta sonora diversa, direi fluida, dove ogni singola nota viene letteralmente scolpita nell’aria, all’interno di una scelta di tempi assolutamente equilibrata, non veloce come Starker non lento come Fournier o Wispelwey.
Queyras che viene da frequentazioni di musica del Novecento (è stato anche solista dell’Ensemble Intercontemporain di Pièrre Boulez col quale ha inciso “Messagesquisse”, per violoncello solo e sei violoncelli, nel 2000) lascia che la voce dello strumento, un magnifico strumento (un Goffredo Cappa del 1696) si espanda, lo ascolta cantare, ascolta la sua voce crescere e spegnersi lentamente nelle pause, in questo aiutato anche dall’acustica riverberante della chiesa, godendo di ogni singolo armonico riecheggiante nell’aria come fanno i pianisti eseguendo le musiche di Stockhausen.
Una versione che non mancherà di incantare chi voglia cimentarsi con l’ascolto di una delle più alte realizzazioni dell’ingegno umano. Il doppio cd è attualmente in vendita in una bella confezione che comprende anche un dvd con il film dell’esecuzione della terza suite ed un’intervista con Queyras, il tutto ad una cifra inferiore a quella di un cd singolo a prezzo pieno.