Zidima “Buonasopravvivenza”, recensione

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Zi’Dima, dentro la giara, era come un gatto inferocito.
Luigi Pirandello.

Dopo una vita artistica in stop and go, acuti espressivi e arguzie sonore, tornano i Zidima, talentuoso quartetto alternativo dalle strutture sonore distorte e scomode, interposte tra impronte ferrittiane e andamenti Marlene.
Il disco, sostenuto da Nelmionome dischi, Dischi del Minollo e Rumore in cantina Records, sembra voler dare voce a strutture espressive vive e al contempo anomale, in grado di regalare una nuova espressività ai venti perduti di un’arte priva di inutili compromessi, mostrandosi limpida nel suo non voler apparire differente da come si presenta.

Il passo iniziatico del disco (Un oceano di fiati distrutti)si articola come un lieve e sollevato polverio underground, caratterizzato da un ridondante e minimale incipit, trampolino di lancio distorto al servizio di un’anima non troppo discosta dalle spigolosità di Cristiano Godano. Il brano, infatti, sembra dare uno sguardo al miglior alternative italiano anni ‘90, in cui proprio i Marlene di Katartica rappresentavano un apice espressivo posto tra l’arte visionaria e ritmiche noise, qui riprese dai Zidima con ottimi risultati.

L’anima cupa dell’ensemble si riscopre tra le impostazioni post-punk di Inerti, comodi e vermi, in cui Cosimo Porcino e Francesco Borrelli definiscono il battente pattern emotivo che si sbriciola con l’osservativa Trema carne mia debole. L’impostazione in spoken word si apre ad echi e riverberi intrecciati a trame d’angoscia descrittive ed animosità decadentista, mentre il sound si semplifica poi nell’incisiva Autodistruzione. Dal magma abbagliante, si giunge ad aperture easy e groove taglienti, che si confermano tra le pieghe di Sette sassi prima e Come farvi lentamente a pezzi dopo.

Se poi Yogurt non trova la propria quadratura, la band si ritrova velocemente tra il calore della bass line di Saziati, esposizione diluita di un post rock carico di cromatismi noise, che porta la band vicino all’esteso mondo degli Explosions In The Sky.

Un disco, dunque che avete il dovere morale di ascoltare, soprattutto se riuscirete ad uscire da inevitabili parallelismi stilistici, perché gli Zidima riescono a raccontare con stile e qualità un mondo vero e privo di filtri.

Tracklist

1. Un Oceano Di Fiati Distrutti
2. Inerti, comodi e vermi
3. Trema Carne Mia Debole
4. L’autodistruzione
5. Sette Sassi
6. Yogurt
7. Saziati
8. Come Farvi Lentamente A Pezzi
9. Buona Sopravvivenza