“Parola di Lemmy” Harry Shaw, recensione
Ok, non dico che la mia sia una bella voce, ma penso abbia personalità, e poi con il tono che ha non ho mai dovuto cancellare un concerto perché mi si è abbassata.
Dopo qualche tempo la Tsunami Edizioni torna a parlare del mondo dello Snaggletooth; infatti, dopo il superlativo Storia dei Motörhead > di Joel McIver, l’editore milanese ritorna con questo breve Parola di Lemmy. Il libro allineato alla collana I cicloni, nelle sue 128 pagine, offre perle (di scarsa) saggezza, pronte a delineare più che mai Lemmy, reale e mitologico deus ex machina della storica band inglese.
Un infinità di aneddoti, aforismi e semplici pensieri, estratti dalle interviste che Kilminister ha concesso durante il lungo periodo che dai The Rockin’ Vickers lo ha portato all’onda di Aftershock. Un sentiero rapido, in cui il concetto di velocità (speed) non fa solo riferimento ai primordi del genere metal, ma anche (e a tratti, soprattutto) agli eccessi raccontati dal suo protagonista.
Un’esistenza folle, che per certi versi può ricordare il miracoloso sopravvivere di Ozzy.
Il mondo di Lemmy, ed inevitabilmente della sua più riuscita creatura, viene narrato con cura dall’impostazione argomentativa voluta da Harry Shaw, autore di un’analisi approfondita e di una ricerca meticolosa, da cui emergono ruvidità e ben pochi compromessi.
Il disinteresse per la ricchezza, per la settorialità musicale, per i discografici e per i consigli medici fanno da sfondo alla creatività del frontman, divenuto timoniere unico della propria imbarcazione, pronta ad affrontare e superare onde alte e pericolose.
Una vera e propria leggenda vivente, che probabilmente non ha ottenuto il successo meritato, ma è di certo riuscito ad attirare un interesse transgenerazionale, in cui ha mantenuto sempre e costantemente, non solo il suo impatto estetico, ma anche una verve espressiva davvero rara.
La nuova uscita, tradotta da Massimo Baroni, porta con sé una gradevole freschezza narrativa, le cui pillole vengono raccolte in contenitori separati, in grado di donare una maggior organizzazione spazio temporale alla storia, tra dichiarazioni unpolitically correct e ricordi annebbiati, legati ad un passato che sembra ormai remoto, ma che ancora oggi ha la sua interessante cassa di risonanza.
A complementare le parole grezze e dirette del bassista, il lettore potrà perdersi in una numerosa collezione di immagini straordinarie, che, ancora una volta, restituiranno un personaggio unico e straordinario, il cui stile di vita, se imitato oggi, ucciderebbe molte…molte persone.