Current Sweel “Ulysses”, recensione
Have you ever read Ulysses?
No I haven’t, but I heard that it’s nice in song
Fantastico!
Basterebbe questo banalissimo aggettivo per descrivere Ulysses , ultima fatica dei Current Swell, indie band canadese dedita ad un’ avveduta mistura sonora che stimola reminiscenze indie anni’90, sonorità alt-folk ed una mescolanza razionale tra alt-country, rock indipendente e polverose roots.
L’album, in uscita per Nettwerk Music Group, (…e portato a noi grazie al sempre più interessante lavoro della Ja.La Media Activities), rappresenta, senza troppi dubbi, il punto di svolta di una band (ahimè) ancor poco conosciuta nel nostro paese. Registrato presso i Greenhouse Studios di Vancouver, il quintetto arriva alla sua quinta opera, figlia legittima dell’intensa attività live della band, oggi più che mai realtà concreta di un mondo underground, in grado di riuscire ad emergere attraverso nuove metodologie comunicate, per poi regolarsi all’interno della sfera reale. Infatti, pur partendo dal mondo nu-medial, con questo splendido album, i cinque appaiono in grado di abbracciare un incredibile dose di strutturazioni musicali, riuscendo con abilità ad armonizzare punti di incontro che, partendo da un mondo Marcy Palyground, arriva a strutture vocali vicine ai primi Coldpaly, passando attraverso sonorità southern e rivisitazioni del concetto di alternative.
Ad dare battesimo alla nuova release è la splendida titletrack, brano armonico e danzante che arriva a mescolare alt country e anima folk in stile Fanfarlo, qui ridefiniti attraverso le intuizioni Wozniak di Keys To The Kingdom , tra silenzi delicati e coloriti passaggi. I fulcri espressivi delle prime tracce arrivano a migliorare ulteriormente attraverso l’avvolgente linea di basso di Bad News e gli stilemi viola profondo di Rollin’, legata da un sottile fil rouge a One Day I’ll Be Rich , la cui struttura call and response ben si sposa con il suo Cake style.
Inoltre, con Sideways si aggiungono interessanti riverberi rock, stop and go, echi e spigoli espressivi, che rimandano ad un rock anni’70, a tratti addolcito da strutture corali che moderano i suoni in background, sino a virare verso impronte desertiche ( Desire ) ed emozionalità Chris Martin ( We Will Run ). A chiudere il percorso è infine Flesh and Bone , episodio osservativo e delicato che, con il suo sapore alt-country, tanto sarebbe piaciuta a Mark Linkous.
Insomma…
Un disco di cui parlare
Un disco da ascoltare
Un disco da far ascoltare
Un disco di cui innamorarsi.
Track Listing:
1. Ulysses
2. Keys To The Kingdom
3. Rollin’
4. One Day I’ll Be Rich
5. Bad News
6. Who’s With Us
7. Gunshots
8. Man Of Maps
9. Sideways
10. Desire
11. We Will Run
12. Flesh and Bone